LE PERFORMANCE

WITH AN HELMET - wag the flag

Sono state eseguite al momento due versioni performative di WITH AN HELMET, al Forte Prenestino di Roma e al Museo di Arte Contemporanea Macro al Testaccio di Roma. Alle performance dal vivo hanno partecipato undici persone, ad ognuna delle quali è stato assegnato un ruolo preciso. Compaiono così i "caschi gialli", i lavoratori italiani che prendono parte all'azione simbolica. I protagonisti della performance si offrono al pubblico nudi e vulnerabili. Indossano caschetti da operaio, trasposizione ironica del leggendario Elmo di Scipio che mette in relazione la retorica di un passato glorioso, ma di cui non rimane neanche la polvere, con la sofferenza inascoltata dei veri eroi della quotidianità di questo paese; quelli che vivono "con un casco" e indossando quel casco talvolta muoiono. Muoiono nei cantieri e nelle fabbriche, e quello che resta di loro viene nascosto in fretta e furia sotto il tappetino della cronaca di questo paese malato. Durante la performance, sulle braccia degli attori vengono sistemati degli elettrodi che determinano forti contrazioni muscolari involontarie; una danza grottesca che fa muovere la bandierina da sola, al ritmo delle scariche elettriche regolate in sincrono con l'inno nazionale. A questo paese non resta che la meccanicità del rituale dell'inno nazionale e lo spasmodico appello ad un rispetto preteso ma svuotato di ogni sentimento autentico. Una stanchezza collettiva e rassegnata che si trasforma in isteria quando anche i burattinai scoprono i loro fili e il semplice atto di bere un bicchiere di vino diventa lotta contro una forza più grande, invincibile e oscura.  

WITH AN HELMET (con un casco), 2012
Una performance di Francesca Fini
Forte Prenestino, Interiora Horror Fest, 31 ottobre 2012. 
Francesca Fini live performance, con la partecipazione di Elisabetta Barbieri, Betty LaHaine, Roberto Bolino, Francesco Cinelli, Danilo della Calce, Chiara Giannini Guazzugli Reuven Halevi, Angelo Jay, Paola Mineo, Maria Manuela Pochetti, Luca Tarantelli, Gianni Terenzi, Federico Trimarchi. Alla tromba Jurek Weitzen Kralkowski



WITH AN HELMET (con un casco), 2012
Una performance di Francesca Fini  
MACRO La Pelanda, 15 novembre 2012
Con Giulio Bianchini, Roberto Bolino, Andrea Brunitto, Davide Cortese, Francesco Cinelli, Chiara Giannini Guazzugli, Kristine FauxPas, Francesca Fini, Martino Fiorentini, Paola Mineo, Maria Manuela Pochetti, Luca Tarantelli. Alla tromba Jurek Weitzen Kralkowski.




WITH AN HELMET - Fair and Lost

FAIR AND LOST è la seconda performance del ciclo, realizzata dal vivo per la prima volta alla galleria Mondrian Suite di Roma per l'evento SAVE THE BEAUTY - Taranto chiama Italia, Italia risponde - a cura di Lori Adragna. La performance ha avuto luogo dopo un talk sul tema del degrado e della bellezza a cui sono intervenuti Maurizio Zuccari, caporedattore di INSIDE ART, Francesco Gallo, storico dell’arte, curatore e critico d’arte e Lori Adragna, organizzatrice per l’area di Roma e membro del Team scientifico-curatoriale del progetto SAVE THE BEAUTY.

In questa occasione Francesca Fini ha indossato l’elettrodo, regolato al massimo della potenza, su entrambe le braccia e ha cercato di truccarsi il viso. Tutto intorno una scenografia surreale: un tappeto di quotidiani steso per terra, un leggio di legno e aste che sorreggevano le tre webcam che riprendevano il primissimo piano del suo volto, riproiettandone i dettagli sulle pareti della galleria. Le contrazioni causate dall’impulso elettrico erano fortissime rendendo di fatto impossibile calibrare il movimento della mano, e il makeup si spargeva da tutte le parti, in maniera incontrollabile. In sottofondo il suggestivo coro del Nabucco, un brano simbolo della storia nazionale che porta con se' il fantasma di antiche lotte per la libertà che nessuno ricorda più. "O mia patria, bella e perduta". Anche il pianto dell'artista sembrava involontario, causato dalla matita nera e dal rimmel che entrava negli occhi perché le era impossibile controllare il movimento della mano. Un pianto meccanico che attraverso quei dettagli ravvicinati degli occhi bagnati proiettati sul muro, si è tradotto nel senso di sofferenza e disagio di chi ha assistito alla performance, in una sorta di collegamento empatico condizionato, inconsapevole, ma autentico.
L’allestimento di questa performance alla Mondrian Suite è stata possibile grazie al supporto di Federico Trimarchi, che ha collaborato alla realizzazione della scenografica, di Cyrano New Media, che ha fornito il service video, di LPM Live Performers Meeting e Mad Museo d'Arte Diffusa che hanno messo a disposizione le attrezzature tecniche, e Latus Creativity Lab per lo streaming video.



Nessun commento:

Posta un commento