I VIDEO

WITH AN HELMET - a love letter
Video by Francesca Fini 2013

Il nuovo video del progetto "with an helmet" si concentra sul significato, oggi, degli articoli più significativi della nostra costituzione, attraverso l'ironica manipolazione di oggetti semplici e di uso quotidiano.




WITH AN HELMET - wag the flag

Live installation by Francesca Fini 2012


Elettrodi terapeutici, regolati al massimo della potenza, determinano forti contrazioni muscolari che fanno danzare la bandierina sulla mia pelle, al ritmo dell'inno nazionale. A un paese malato non resta che la meccanicità grottesca della retorica dell'inno e lo spasmodico appello ad un rispetto preteso ma svuotato di ogni sentimento autentico. Questa videoperformance è uno degli episodi di un progetto più ampio, aperto e itinerante, che si svilupperà con azioni di guerrilla performativa per tutto il 2013. 


WITH AN HELMET - fair and lost
Live installation by Francesca Fini 2012

Durante l'azione indosso degli elettrodi su entrambe le braccia e cerco di truccarmi il viso. Le contrazioni involontarie causate dall’impulso elettrico sono fortissime, impedendo il movimento naturale e consapevole, e il makeup si sparge da tutte le parti in maniera incontrollabile. In sottofondo ascoltiamo il coro del Nabucco, un brano simbolo della storia nazionale che porta con se’ il fantasma di antiche lotte per la libertà che nessuno ricorda più. Anche il pianto è involontario, causato dalla matita nera e dal rimmel che entra negli occhi perché non riesco a controllare il movimento della mano. Un pianto meccanico che attraverso quei dettagli ravvicinati degli occhi sofferenti, si trasmette altrettanto automaticamente a chi guarda, in una sorta di collegamento empatico condizionato, inconsapevole e quindi del tutto inutile. Una performance sul condizionamento sociale, ma anche sull’isterica e grottesca meccanicità di alcuni gesti rituali, semplici ma profondamente simbolici come quello di truccarsi, rendersi presentabili, prendersi cura di se’, in un contesto devastato e sull’orlo del baratro. Il movimento parkinsoniano, eterodiretto, della mano, rappresenta il disagio di una società al collasso in cui si è interrotto il collegamento tra mente e corpo, tra volontà e possibilità di scegliere.

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